Sarà il caldo umido. Sarà il polline. Sarà il lunedì. Sarà quel che sarà, ma il sentimento dominante di questi ultimi tempi (diciamo 30 anni?) è la frustrazione. Una gara sempre di rincorsa, col fiatone che aumenta e l’obiettivo che si allontana: che sia il peso forma, il lavoro che non c’è, l’ordine nei documenti e in quelle bolge infernali che sono i dischi fissi. Avanzo con fatica di un centimetro per ritrovarmi indietro di un metro alla sera. E poca soddisfazione mi dà l’essere salito, da un mese, sul secondo gradino della mia scala zen.